La giornalista Maria Luisa Cocuzza replica alla CIA e ribadisce che la paventata emergenza fauna e gli allarmi ripetutamente lanciati, sono volti ad ottenere modifiche alla legge 157/92 per togliere tutela e regalare la gestione della fauna selvatica al mondo venatorio.
Guarda il servizio completo al minuto 22:50 dell’edizione delle 20 del TG5 del 15 maggio.
Cosa propone la CIA
La CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, ha presentato a Camera e Senato un documento che propone la modifica di diversi punti della legge 157/92, che tutela la fauna selvatica in Italia, fondato su 7 punti:
- Sostituire il concetto di protezione e conservazione con quello di gestione della fauna selvatica: se nel passato a prevalere era il rischio di estinzione di alcune specie, oggi occorre trovare un equilibrio con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche dei diversi territori
- Ricostituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato tecnico faunistico venatorio, a cui dare le competenze oggi divise in diversi ministeri.
- Distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria, garantendo l’effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività; le procedure di programmazione devono essere semplificate e armonizzate con le Direttive europee
- Non delegare le attività di controllo della fauna selvatica all’attività venatoria, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione
- Rafforzare l’autotutela degli agricoltori sui propri terreni, in modo che siano autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento
- Prevedere un risarcimento totale del danno subito dagli agricoltori causato da animali di proprietà dello Stato, superando la logica del ‘de minimis’, con procedure e tempi omogenei sul territorio, con la gestione affidata alle Regioni
- Rendere tracciabile la filiera venatoria per la sicurezza e la salute pubblica, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina idonei e autorizzati in tutte gli areali di caccia