L’Ente del Parco Castelli Romani ha pubblicato una serie di semplici regole per la convivenza pacifica con i cinghiali che vivono all’interno del parco.
Il cinghiale, così come ogni altra specie della fauna terrestre italiana (estendendo, anche gli animali domestici), non attacca deliberatamente l’uomo ma fugge da esso, sebbene possa attivare, solo se minacciato, atteggiamenti esteriori aggressivi, finalizzati a dissuadere l’uomo visto come potenziale minaccia tendendo comunque a evitare il contatto fisico e non certo a renderlo possibile.
Gli abbattimenti diretti e le catture dei cinghiali in Italia non sono state, sino ad oggi, azioni capaci di ricondurre la presenza del cinghiale ad uno stato di equilibrio. Il fatto che ogni anno, in Italia, siano abbattuti migliaia di capi, anche nelle aree protette (solo nel Parco della Maremma e in quello dell’Arcipelago Toscano, ne vengono abbattuti circa 2000/anno), senza che la specie accenni ad un ritorno a condizioni quantitative e qualitative naturali, evidenzia il fallimento del ricorso a questa pratica. Quel che è sicuro, invece, è che tali azioni influenzano negativamente le dinamiche demografiche della specie, destabilizzandone la spontanea capacità di autocontrollo.
Cosa fare nel caso in cui si incontri un cinghiale passeggiando?
Perché la caccia fa aumentare la popolazione di cinghiali, anziché diminuirla?