Andrea Mazzatenta, docente della Facoltà di medicina veterinaria all’Università di Teramo, afferma quanto già avevamo raccontato, raccogliendo i risultati di 26 ricerche scientifiche pubblicate con peer review: lasciare che i cacciatori uccidano cinghiali concorre ad aumentarne la popolazione.
«L’area di rifugio del cinghiale nel Vastese è molto piccola. Questo animale è organizzato in una società matriarcale: ogni famiglia – spiega Mazzatenta all’Adnkronos Salute – è comandata da una femmina, la “matrona” o matriarca, madre di tutti i componenti (tranne i maschi maturi, che vengono allontanati dal gruppo). La matrona emette un feromone che blocca l’estro delle altre femmine: lei è l’unica che si riproduce, ma è anche quella che è più a rischio per la caccia, perché negli spostamenti mette al sicuro i piccoli e tutti i componenti del gruppo e finisce per esporsi di più ai colpi dei cacciatori. Se viene uccisa, però, il blocco scompare e tutte le altre femmine vanno in estro. Risultato: se prima la matrona aveva 5-6 cuccioli, poi le sorelle finiscono per formare gruppi di 50 esemplari».